Vendere o non vendere? Mettere la propria casa sul mercato o attendere tempi più propizi?

È questo uno dei dilemmi che si aggira per la mente di tantissimi italiani che – prima dell’avvento della pandemia da coronavirus – avevano progettato di collocare sul mercato immobiliare il proprio appartamento, nella speranza di ottenere il “giusto” prezzo da tale operazione.

Dal 9 marzo, però, le cose sono drasticamente cambiate. Le misure di lockdown e di distanziamento sociale intraprese per poter arginare la drammatica escalation dei contagi del Covid-19 ha di fatti bloccato le operazioni immobiliari, gettando nuove ombre e incertezze sul prossimo futuro.

Che fare allora? È meglio vendere il prima possibile, o è invece più saggio temporeggiare?

L’incertezza sullo scenario immobiliare

Una cosa è certa: non esistono risposte semplici. Ogni situazione è, d’altronde, diversa. E chi ha necessità di vendere per motivi personali improrogabili (ad esempio, per un trasferimento di lavoro, esigenze finanziarie o altre), non dovrebbe mettere da parte i propri piani, ma dovrebbe condividere con il proprio agente immobiliare di fiducia i migliori passi da porre in essere per poter arrivare ad obiettivo. Peraltro, non è affatto scontato che i prezzi delle proprietà immobiliari siano destinati a crollare, come qualche analisi – forse, troppo superficiale – ha suggerito.

I movimenti che si verificano nel mercato immobiliare avvengono infatti, generalmente, nell’arco di molti mesi, o anni. E se è vero che le riprese dei prezzi degli appartamenti interessano cicli di lungo termine (ne abbiamo una dimostrazione dal 2008 in poi), è anche vero che raramente si verificano dei gravi crolli, tali da rendere insopportabile una operazione di vendita.

Una crisi “unica” nel suo genere

A confermare il fatto che l’evoluzione dei prezzi degli immobili potrebbe essere ben diversa da quanto abbiamo visto dal 2008, è anche l’evidenza che siamo dinanzi a una crisi “unica” nel suo genere. Una crisi che non è scaturita da condizioni economiche o creditizie (che invece avevano favorito lo scatenarsi della grave criticità iniziata lo scorso decennio), bensì da un fattore esogeno all’immobiliare, quale quello  sanitario.

Insomma, i prezzi delle case dovrebbero comportarsi in maniera molto diversa dal passato e, in fondo, questa potrebbe essere una buona notizia per tutti i venditori.

L’allungamento dei tempi di vendita

I venditori che hanno intenzione di monetizzare un proprio appartamento non dovrebbero dunque temere un drastico crollo dei prezzi delle case. Piuttosto, dovrebbero armarsi di un po’ di pazienza in più rispetto al passato, visto e considerato che si prospetta un allungamento dei tempi medi di vendita.

È infatti lecito pensare che la fine del distanziamento sociale possa favorire un periodo di graduale adattamento alla “nuova normalità” e che, in fondo, i progetti di compravendita immobiliare possano non essere in cima alla lista delle preoccupazioni e dei desideri delle famiglie italiane. È dunque possibile che i tempi di vendita possano allungarsi anche di alcune settimane rispetto alla media attuale, salvo poi riequilibrarsi con il passare dei mesi.

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