Le misure di lockdown resesi necessarie per arginare la pandemia da Covid-19 hanno di fatto bloccato le transazioni immobiliari per alcuni mesi. Le difficoltà economiche a cui sono andati in contro privati cittadini e persone non fisiche hanno poi fatto il resto, determinando un contesto nel quale è evidentemente molto difficile compiere delle previsioni di breve e medio termine.
In tale arduo scenario ha comunque cercato una prospettiva Nomisma, che pochi giorni fa ha diramato la seconda edizione dell’Osservatorio Immobiliare, contribuendo così a scattare una fotografia (negativa) dell’immobiliare tricolore per il 2020. Ecco i principali elementi informativi della ricerca.
Compravendite e prezzi
Cominciamo dalle compravendite che, secondo l’osservazione, dovrebbero chiudere il 2020 con un volume di operazioni pari a 494 mila unità, in calo del 18% rispetto a quanto realizzato l’anno precedente. Una frenata del business immobiliare che trascinerà in immediato ribasso i prezzi, previsti in calo del 2,6% per il segmento abitativo, del 3,1% per il segmento direzionale e per il 3,2% per quello commerciale.
Non in tutta Italia, però, la contrazione dei valori sarà così drastica e immediata. Tra le zone che riusciranno a garantirsi una migliore tenuta c’è sicuramente Milano, che nello scenario migliore potrebbe addirittura chiudere il 2020 con prezzi in ripresa. Nello scenario meno favorevole, invece, la ripresa dei valori verrà rinviata al 2021.
Tra le altre città, Firenze, Padova e Bologna sperimenteranno cali contenuti per quanto riguarda il residenziale, mentre Venezia e Palermo lo faranno per gli immobili d’impresa. Di contro, cali accentuati nel abitativo anche per Catania, Bari e Roma, mentre Torino e Napoli chiuderanno l’anno in maniera negativa sul fronte non residenziale.
Investimenti
Dovrebbe tornare il segno negativo anche nel settore delle costruzioni, con Nomisma che prevede per il 2020 un passo indietro degli investimenti di capitale tra il 9% e il 16% a seconda dello scenario di riferimento.
In termini di attenuazione, Nomisma ricorda però che un ruolo importante potrebbero giocarle le misure di incentivo varate dal governo con i recenti decreti e, in particolar modo, l’Ecobonus. Un provvedimento che l’istituto ricorda non avere alcun precedente, ma per il cui effettivo contributo occorrerà verificare l’effettiva semplicità di accesso e, dunque, la complessità o meno delle procedure burocratiche necessarie per ottenere gli incentivi.
Mutui
Concludiamo infine con i mutui, la cui domanda nel 2020 dovrebbe diminuire del 18% nello scenario base, del 12,6% nello scenario favorevole e del 26,3% nello scenario sfavorevole. La situazione negativa dovrebbe poi continuare anche nel 2021, sebbene su ritmi meno accentuati: il prossimo anno sarà dunque un altro anno di contrazione per le erogazioni dei finanziamenti legati all’immobiliare, con una maggiore gravità per la prima parte dell’anno. Il risultato è uno scenario base del – 11,5%, contro uno scenario più favorevole in cui la flessione sarà “solo” del – 6,5% e uno scenario più negativo in cui invece la diminuzione della domanda di mutui sarà pari al – 16,6%.
Il tutto, naturalmente, accettando come fattore caratterizzante che la pandemia da nuovo coronavirus non determini nel prossimo autunno / inverno delle ulteriori misure di drastico contenimento.