Gennaio 2020 si è rivelato il miglior primo mese dell’anno dal 2010 a questa parte, grazie a una spinta dei nuovi finanziamenti e dei mutui per surroga in grado di sorprendere buona parte delle attese degli analisti.

Un risultato soddisfacente, che fa ben sperare per un 2020 di continua ripresa del comparto, e che sembra essere stato determinato dalla coesistenza di alcuni driver di particolare rilievo, come i tassi bassi di mercato, una quotazione degli immobili ancora abbordabile, una discreta generosità creditizia da parte delle banche e la disponibilità di incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano, in termini di risparmio energetico e non solo.

Boom del 32% nelle richieste di finanziamento

Alla luce di quanto sopra, si noti come le interrogazioni registrate da Crif siano aumentate del 32% anno su anno e che, come già ribadito, in relazione al singolo primo mese dell’anno, ci troviamo dinanzi alla migliore prestazione dal 2010 ad oggi.

Una prestazione che, peraltro, risulta essere determinata sia dalla prolungata crescita dei finanziamenti per nuove operazioni di acquisto, e sia dalla conferma dell’importanza delle surroghe per il mercato creditizio nazionale.

Ricordiamo comunque che il trend del primo mese del 2020 non è del tutto “anomalo” se confrontato con un buon ultimo quarto dello scorso anno e, soprattutto, con un mese di dicembre 2019 in cui le richieste erano già cresciute del 26,2%, proprio grazie alla ripresa dei mutui per sostituzione.

L’importo medio si fa un po’ più ricco

A crescere, oltre che il numero assoluto delle domande espresse agli intermediari finanziari e alle banche che aderiscono a Crif, è stato anche l’importo medio dei mutui richiesti: il dato è infatti oggi pari a 131.693 euro, in rialzo del 2,8% rispetto allo stesso mese del 2019, e dello 0,55% rispetto alla media che è stata registrata nel corso del 2019.

Vengono generalmente premiate le fasce di importo intermedie: il 30,2% del totale delle nuove richieste si riconduce infatti ai mutui di importo compreso tra i 100.000 e i 150.000 euro, mentre circa il 23% del totale appartiene alla classe sotto i 75.000 euro, dove si concentrano maggiormente i mutui per sostituzione.

Per quanto poi concerne la durata, la distribuzione delle richieste di nuovi mutui e di surroghe tende a premiare le estensioni superiori ai 15 anni. I mutui con durata tra i 16 e i 20 anni assorbono il 26,7% del totale, elevandosi così a fascia temporale maggiormente ambita, davanti ai mutui tra i 26 e i 30 anni (22,9%) e i mutui tra i 21 e i 25 anni (22,1%).

Il futuro del settore

Sulla base di tali valutazioni è dunque possibile cercare di anticipare alcune riflessioni sul futuro del settore, che dovrebbe contraddistinguersi ancora per discreti tassi di sviluppo.

A giocare un ruolo favorevole (al netto dell’impatto derivante dal rallentamento delle attività a causa del Coronavirus) potrebbero essere i driver sopra già rammentati, e lo sviluppo dei mutui per acquisto case a titolo di investimento.

Dunque, stime tendenzialmente rosee per l’abitativo tricolore, in attesa dei nuovi dati di conferma di tali preliminari impressioni.

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