Secondo l’ultima Bussola Mutui di CRIF, la domanda di mutui di surroga è salita al 24% del totale delle richieste, contro l’11% del trimestre precedente: a spingere le richieste di sostituzione del finanziamento sono le preferenze dei mutuatari che intendono bloccare in questo modo il forte aumento della rata del proprio mutuo a tasso variabile, in vista dei presumibili ulteriori rincari dell’Euribor.

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Non solo: l’evoluzione dell’Euribor e dell’IRS sta condizionando anche le scelte dei nuovi mutuatari, sempre più intenzionati a sfruttare la maggiore serenità che può essere indotta dall’erogazione di un finanziamento a tasso fisso.

Come cambiano Euribor e IRS

Per avere consapevolezza di quanto accaduto, sia sufficiente dare uno sguardo a come si sono evoluti Euribor e IRS, ovvero – rispettivamente – i parametri di riferimento per il calcolo dei tassi variabili e fissi.

Per quanto concerne l’Euribor a 3 mesi, in particolare, il valore in un trimestre sarebbe aumentato dall’1,43% al 2,23% medio. A fronte di questa impennata, nello stesso periodo l’indice IRS a 20 anni sarebbe calato dal 2,96% al 2,57%.

La diversa tendenza dei due parametri non deve stupire: l’Euribor segue infatti da vicino la politica monetaria della Banca Centrale Europea e, di conseguenza, il fatto che fossero attesi nuovi rialzi (l’ultimo dei quali a maggio 2023, per 25 punti base) da parte del tasso BCE. Di contro, i tassi IRS, soprattutto se di lunga durata, incorporano la correzione della stessa politica monetaria sul lungo termine: la policy dell’Eurotower è evidentemente interpretata come meno stringente di quanto non fosse previsto qualche mese fa, soprattutto se dovessero riemergere ancora le buone notizie legate alla positiva evoluzione di qualche dato macroeconomico (inflazione, e non solo).

La ripresa delle surroghe

Chiarito il contesto nel quale si sono mossi i tassi, risulta sicuramente più semplice comprendere per quale motivo la percentuale delle richieste di mutuo a tasso fisso siano passate dal 58% al 72% del totale in un solo trimestre, a svantaggio sia dei mutui a tasso variabile (che nello stesso periodo sono passati dal 23% al 18%) sia dei mutui con tasso variabile e cap (dal 18% al 9%).

Per quanto riguarda invece la ripartizione dei mutui per finalità, le surroghe salgono dall’11% al 24% mentre, nel contempo, scendono dal 78% al 69% i mutui per acquisto della prima casa.

Il costo di un mutuo

La Bussola Mutui CRIF ricorda infine a quanto ammontino i costi per il mutuo al miglior tasso fisso o variabile.

Emerge dunque che, ipotizzando un mutuo dell’importo di 140.000 euro e valore immobile di 220.000 euro, un richiedente di 35 anni che vuole indebitarsi a 20 anni può ottenere un mutuo al miglior tasso finito pari al 3,12%, con rata mensile fissa di 785 euro. Per la stessa operazione il miglior tasso variabile consente invece di ottenere oggi un tasso del 2,56% e una rata pari a 746 euro, inferiore di 39 euro rispetto alla rata fissa, ma prevista in decisa crescita nei prossimi mesi.

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