La Legge di Bilancio 2021 ha apportato alcune interessanti novità sul fisco applicato all’edilizia e all’immobiliare italiano, confermando i bonus previgenti e introducendo qualche innovazione che ha finito con il riguardare anche il mondo delle locazioni.
Cerchiamo allora di riepilogare, nelle prossime righe, quale sia il panorama su questo tema, e quali siano i cambiamenti che la Legge di Bilancio 2021 ha apportato sul nostro ordinamento.
Cosa cambia per i bonus
Cominciamo da uno sguardo sui bonus legati all’edilizia, in cui spiccano tante conferme, e poche variazioni.
Iniziando da queste ultime, annoveriamo l’entrata del Bonus idrico, un’agevolazione nella misura massima di 1.000 euro per nucleo familiare (5.000 euro per pubblico esercizio) destinata a coprire le spese di sostituzione di rubinetti e soffioni, in favore di quelli che possono assicurare un miglior risparmio idrico. Piccolo cambiamento anche per il Bonus mobili: il tetto delle spese su cui fruire dell’agevolazione al 50% per mobili e elettrodomestici destinati ad arredare la propria casa ristrutturata sale infatti da 10.000 euro a 16.000 euro.
Per il resto, il provvedimento introduce una raffica di conferme fino al 31 dicembre 2021. Trovano così proroga l’Ecobonus al 110% e il Bonus ristrutturazioni al 50%, così come il Bonus facciate al 90%, comprensivo anche dei lavori di ristrutturazione dei balconi. Rimarrà per tutto l’anno, infine, anche il Bonus verde, con la possibilità di rendere più conveniente affrontare le spese di sistemazione delle aree verdi dei propri edifici. Contrariamente a quanto avviene con gli altri bonus, però, in questo caso non sarà possibile domandare la cessione del credito o lo sconto in fattura.
Cosa cambia per gli affitti
Come anticipato in apertura di questo approfondimento, qualche cambiamento sembra esserci anche per il mondo delle locazioni.
In particolare, il provvedimento ha esteso fino a 30 aprile 2021 il termine per poter fruire del credito di imposta sulle locazioni di immobili ad uso non abitativo, e ha apportato un significativo chiarimento sulla possibilità di sfruttare le cedolari secche sugli affitti brevi, indicando che tale ricorso sia realizzabile solamente se il contribuente non affitta più di quattro immobili. Una soglia che, superata la quale, espone il cittadino a una diversa qualificazione giuridica e fiscale, considerato che finirebbe con il trattarsi di una vera e propria attività di impresa, come tale non suscettibile di ricorso alla cedolare secca.
Infine, annotiamo come il nostro ordinamento si arricchisca anche di un bonus studenti fuori sede destinato a coprire parte delle spese di alloggio dello studente che sceglie di frequentare un ateneo statale al di fuori del proprio comune di residenza. L’agevolazione è destinata ai soli studenti con Isee inferiore a 20.000 euro, e che non abbiano già fruito di altri contributi pubblici per lo stesso alloggio. Nelle mire dell’esecutivo, l’obiettivo dovrebbe essere quello di rendere un po’ più leggere le spese (spesso in grado di costituire la maggior parte del budget familiare per il fuori sede) dell’alloggio necessario per le finalità di apprendimento accademiche dello studente.