Varato con il recente Decreto Rilancio, il nuovo Superbonus al 110% è una misura fiscale che dovrebbe ulteriormente incentivare le attività di ristrutturazione, e di miglioramento dell’efficienza energetica e delle caratteristiche di antisismicità, degli edifici italiani. In vigore per le spese effettuate tra il 1 luglio 2020 e il 31 dicembre 2021, ci sono buone probabilità che possa essere esteso anche al 2022, permettendo così ai contribuenti proprietari di unità immobiliari di poterne fruire con maggiore calma.
Ma chi può usufruire di questo bonus? Quali sono le spese agevolabili con tale misura straordinaria?
Cosa prevede il Bonus
In primo luogo, giova rammentare come siamo ammessi al bonus al 100% due principali macro-classi di interventi sull’immobile:
- il miglioramento dell’isolamento termico sulle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio per almeno il 25% della superficie disperdente lorda (cappotto termico), con un limite di 60.000 euro da moltiplicarsi per le unità abitative presenti;
- la sostituzione delle vecchie caldaie con impianti centralizzati a condensazione, con un limite di 30.000 euro per singola unità abitativa (nel caso di condomini) o dell’edificio unifamiliare. Sono comprese nell’agevolazione anche le spese per lo smaltimento e per la bonifica dell’impianto sostituito.
Si tenga conto che il beneficio non è in realtà limitato necessariamente alle attività di cui sopra che, tuttavia, devono essere sempre presenti nel novero dei lavori effettuati se si intende usufruire del Superbonus al 110%.
In altri termini, l’effettuazione di uno dei lavori di cui sopra può fungere da “traino” anche ad altri lavori che – in caso contrario – non potrebbero essere agevolabili in tal misura. Per esempio, rileviamo come possano essere associati a quanto sopra le installazioni di impianti fotovoltaici, o la sostituzione congiunta di infissi, finestre e serramenti, andando così a generare uno “sconto” complessivo ancora più rilevante.
Come funziona la cessione del credito
Il Decreto Rilancio ha altresì previsto un’interessante leva “motivazionale” per i proprietari di casa che in queste settimane sono incerti se dar seguito o meno a tali lavori straordinari: la possibilità di cedere il credito maturato, in luogo della “tradizionale” fruizione della detrazione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi (questa volta, per 5 rate annuali di pari importo).
In altre parole, il contribuente che intende sostenere queste spese può scegliere di cedere il credito maturato alla stessa impresa che realizza i lavori (che a sua volta lo utilizzerà come credito fiscale), con conseguente sconto in fattura. Oppure, potrebbe cedere il credito agli istituti di credito e agli intermediari finanziari disponibili a entrare in questo “business”, immaginiamo – intuibilmente – non gratis.
Insomma, dal prossimo 1 luglio 2020 realizzare importanti lavori sul proprio immobile, condominiale o unifamiliare, potrebbe essere molto più conveniente. Si attendono ora le indicazioni di maggiore dettaglio da parte dell’Agenzia delle Entrate per poter comprendere in che modo sarà disciplinato il benefit fiscale, e come funzionerà il processo di cessione del credito fiscale maturato in seguito a tali lavori, probabilmente in seno alle stesse piattaforme digitali presenti all’interno dei servizi delle Entrate.