L’abuso edilizio è la difformità tecnico-edilizia di un’opera architettonica, realizzata in maniera contrastante rispetto ai permessi conseguiti e previsti dalla legge o a quanto dichiarato al Comune dove si trova l’immobile.

Anche se spesso il termine abuso edilizio può determinare un po’ di preoccupazione nel proprietario dell’immobile interessato da tale difformità, in realtà è bene rammentare che il nostro legislatore, all’art. 34 bis co. 1 del TUE, stabilisce che “il mancato rispetto dell’altezza, dei distacchi, della cubatura, della superficie coperta e di ogni altro parametro delle singole unità immobiliari non costituisce violazione edilizia se contenuto entro il limite del 2 per cento delle misure previste nel titolo abilitativo”.

In altre parole, per la legge italiana solo gli interventi che modificano l’unità abitativa in misura maggiore al 2% rispetto ai documenti depositati in Comune, possono essere effettivamente chiamati abusi.

Ma in che modo si regolarizzano, una volta accertati e verificati?

Le sanatorie

Come probabilmente noto a molti nostri lettori, il primo percorso che si può valutare per cercare di correggere le difformità è quello delle sanatorie.

Le sanatorie sono provvedimenti che possono essere richiesti e ottenuti dal proprietario dell’immobile, con cui si cerca di rimediare agli errori e alle difformità sul bene. Come intuibile e come suggerisce il proprio nome, il percorso sana le difformità attraverso il pagamento di una sanzione e mediante la presentazione di una pratica realizzata da un professionista abilitato e incaricato, che dovrà reperire o produrre tutti i documenti che sono propedeutici alla sanatoria.

Non tutti gli abusi possono tuttavia beneficiare delle sanatorie: solamente le difformità che si riferiscono a opere che sono concesse dalla normativa vigente e dai regolamenti locali possono essere oggetto di pratiche di sanatoria. Se invece le difformità non rispettano i quadri normativi in vigore, allora sarà necessario procedere con la rimozione dell’abuso.

Il condono

In alternativa alla sanatoria, il titolare dell’immobile interessato dalle difformità potrà procedere con il più arduo percorso del condono, un particolare tipo di provvedimento che viene periodicamente emanato dallo Stato e che permette la cancellazione di ogni difformità presente, previa le consueta predisposizione e presentazione della documentazione prevista.

Ma per quale motivo abbiamo appena dichiarato che il percorso del condono è più arduo?

In primo luogo, contrariamente a quanto avviene con le sanatorie, il condono è una legge emanata a discrezione dello Stato, senza alcuna regolarità temporale. In altri termini, non si ha alcuna certezza su una sua futura emanazione: si tenga conto che, nel corso degli ultimi 40 anni, sono stati emanati solamente tre condoni (1985, 1994 e 2003) e nulla si sa su un possibile futuro condono.

Insomma, potrebbe ben darsi che in futuro non si aprirà mai una nuova finestra temporale che consenta di sfruttare il condono, così come potrebbe anche darsi che il futuro condono potrebbe comunque non determinare i requisiti che al proprietario dell’immobile interessano per poterne beneficiare…

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